testi

Verso Santarcangelo Festival
Intervista a cura di Daniela Fabbri

1) Come pensi che ne uscirà il teatro da questo periodo?
È stato tutto molto illuminante. Le istituzioni culturali garantite hanno strepitato un po’ ma poi, coscienti che non avevano da temere alcunché, si son rimesse tranquillamente a lavorare, con meno foga e le stesse tutele. Cioè meglio, molto meglio di prima. L’esercito di precari invece ha dovuto, e ancora deve, decidere il da farsi, con fatica.  (continua a leggere)

Appunti di fine Olocene. Un contributo per Pan Ubu
di Alessandro Berti

Premessa utile: di questi tempi ci viene chiesto di parlare, ma non sappiamo esattamente cosa dire. Buttiamo giù qualcosa, che gli eventi poi superano. Allora riscriviamo. E ristracciamo. Però poi sembra brutto non rispondere. Qualcuno vuole sapere che pensi. Allora diamo per buona la terza, la quarta stesura. Ma non dobbiamo rileggerla troppe volte, sennò siamo tentati di non spedirla. Lo scritto che segue non fa eccezione. (continua a leggere)

Teatro e mistica. Un viaggio di andata e ritorno
di Alessandro Berti

Cosa c’entra il teatro, arte spuria se ce n’è una, con la mistica, purezza d’unione con Dio?
Proviamo dunque a percorrere il transito tra questi due territori, a misurarne una distanza. Premessa: chi scrive è un teatrante, con qualche suo interesse spirituale, quindi questo intervento non ha alcuna pretesa oggettivante: è di parte. (continua a leggere)

MIRACOLI / appunti spirituali a partire da qualche pensiero di Simone Weil
di Alessandro Berti

(Questi appunti sono una specie di discorso da bar su temi che al bar non si trattano. Il ritmo, come nei discorsi da bar, è molto importante e le virgole (,) o le barre oblique (/), usate indifferentemente, determinano le scansioni ritmiche, le pause.) (continua a leggere)

Teatro e genere
intervista a cura di Simonetta Ottone

In POLITICA AL FEMMINILE, Regione Toscana, maggio 2015 – Alessandro è un viaggiatore, un raffinato esploratore di paesaggi umani. Vive il teatro e lo scrive incessantemente, impastato nella carne, accadimento fisico di un rito unico e irripetibile. Non è un attore che reciti: quando lo si guarda in scena sembra che la grande finzione sia la nostra vita stessa, non ciò che esce dal suo teatro. (continua a leggere)

Piccola introduzione a una pedagogia del corpo
di Alessandro Berti
Il lavoro di formazione che propongo unisce forti suggestioni di contenuto verbale (brevi frasi tratte da opere di mistiche e mistici) a un lungo lavoro successivo che quelle suggestioni interpreta e svolge. Il lavoro è prevalentemente fisico. Dal punto di vista di una definizione puramente catalogativa, la prassi espressiva reale dei corpi al lavoro, nei miei laboratori, si potrebbe definire un teatro-danza. Appena l’ho proposta tuttavia, questa definizione mi appare molto generica. (continua a leggere)